Minimalismo digitale per essere produttivi

Se siete appassionati di minimalismo o curiosi di minimalismo digitale questo articolo tratterà di come applicare la filosofia minimalista alla metodologia di lavoro.

Iniziamo per gradi, he cos’è per definizione il minimalismo?

“Il minimalismo è la tendenza di ridurre al minimo la realtà”

Cosa invece non è il minimalismo? Il minimalismo non è Ascetismo.

Non consiste in una gara a chi riesce a sopravvivere ad una vita in città con 3 slip e 2 magliette.

Non è una scienza, e sopratutto non è una religione.

Il minimalismo consiste in una serie di pratiche che ognuno di noi può metter in atto nella propria vita per migliorarla, non è un pacchetto finito che compri, ma è un abito che ti cuci su misura.

Ho iniziato il mio percorso da minimalista nel gennaio 2019, sfruttando l’euforia del nuovo anno, mi sono decisa a fare questo passo e ho iniziato da quelli che io definisco:

Canali materiali

I canali materiali sono semplicemente gli oggetti, vestiti, scarpe, borse, make-up, oggetti in casa, accessori per cucinare, biancheria ecc..

Fino a che non sono arrivata a quelli che io definisco

Canali immateriali

Ovviamente per canali immateriali mi riferisco a tutto ciò che non è tangibile, come i pensieri, le intenzioni, la forma mentis nel svolgere talune attività, l’organizzazione, il multi-tasking, la nomofobia e la procrastinazione.

L’applicazione della forma mentis minimalista aiuta a ridurre il carico cognitivo, ridurre la frustrazione, ridurre l’ansia, aumentare la concentrazione e la produttività e di conseguenza anche il senso di colpa.

L’eccessiva quantità di informazioni o di opzioni per compiere una scelta mette in difficoltà il nostro cervello e riduce la concentrazione.

Sharon Begley – Giornalista scientifica Yale

Ho individuato alcuni concetti che mi hanno aiutata a prendere consapevolezza e di conseguenza a cambiare quello che mi rendeva lenta e svogliata:

  1. Il multitasking è un invenzione di chi è disorganizzato
  2. Una cosa per volta, iniziare e finire
  3. Nomofobia

1 Multitasking

Partiamo dal presupposto che il multi-tasking non esiste, è praticamente una leggenda metropolitana che però non ha alcun fondamento scientifico poichè il nostro cervello non è strutturato per svolgere contemporaneamente due attività, è un’ossessione dei nostri tempi quella di sottolineare la capacità di multi-tasking, ciò è estremamente deleterio, perchè pensare che la nostra attenzione e produttività sia infinita è un utopia.

Passare continuamente da un attività all’altra comporta un costo di transizione in termini di concentrazione.

“Le uniche cose che riusciamo a fare insieme ad altre sono quelle che il nostro cervello con la sua memoria procedurale può gestire in automatico, come guidare e avere una conversazione”

Donatella Ruggeri – Psicologa

Statisticamente, la soglia di attenzione è in diminuzione dal 2000.

Il nostro cervello impiega in media 23 minuti prima di ritornare totalmente concentrato.

Una cosa per volta, iniziare e finire.

Si ricollega al paragrafo precedente, ma la domanda che possiamo porci è: se non ci riesce nemmeno il processore di un computer a fare più cosa contemporaneamente, perchè dovrei sforzarmi di farlo io?

Ovviamente fare più cose materialmente parlando potrebbe anche essere fattibile, ma a quale prezzo? Farle male o a metà.

E’ fisicamente impossibile dedicare il 100% della tua concentrazione a due cose insieme, e dunque si avranno 2 cose, fatte al 50% della loro potenzialità, su cui probabilmente bisognerà tornare, sprecando altro tempo ed energie con conseguente frustrazione e procrastinazione.

Dedicare prima dell’inizio di un attvità 5 minuti ad organizzarsi, significa mettere le cose in fila, finirne una e iniziarne un altra, e dedicare a ciascuna di queste attività il 100%.

Il tempo potrebbe essere minore o uguale alla prima ipotesi, ma il risultato sarà mioglire, ottenuto con meno sforzo e decisamente con più soddisfazione.

Il principio di Pareto è un risultato di natura statistico-empirica che si riscontra in molti sistemi complessi dotati di una struttura di causa-effetto.

l principio afferma che circa il 20% delle cause provoca l’80% degli effetti.

Le notifiche e la nomofobia

Nomofobia è un termine di recente introduzione nel mondo anglosassone che designa la paura incontrollata di rimanere sconnessi dalla rete, questo ci porta oggi ancora più che ieri, a distrarci continuamente.

Percui un passo importante da fare verso il minimalismo digitale è gestire le notifiche attraverso le impostazioni del nostro smartphone, non basta solo silenziare il telefono poichè l’ansia ti porterà a controllarlo comunque per vedere se ci sono notifiche.

Ci sono persone che controllano le notifiche mentre fanno sesso e già questo può bastare a darci l’indicatore di come siano efficaci nell’attirare la nostra attenzione.

Diverso è se invece si lasciano abilitate solo le notifiche essenziali, quelle che riteniamo importanti, in questo modo si saprà, in caso di notifica, che si tratta effettivamente di qualcosa di importante per cui può valer la pena perdere la concentrazione.

L’obbiettivo dovrebbe essere piano piano disintossicarsi dalle notifiche, le quali funzionano in maniera molto specifica, e possiamo capirlo dalla metafora semplificativa del cane di Pavlov:

Un cane affamato sente suonare un campanello e gli rimane indifferente, poi gli viene presentato del cibo, e automaticamente saliva. Dopo alcune ripetizioni della sequenza Campanello/Cibo questo diventa uno stimolo attivo a cui automaticamente saliva, questo è quello che si riferisce “un riflesso condizionato”.

Ovviamente noi non saliviamo, ma a differenza del cane, al beep della notifica, prendiamo in mano lo smartphone, il minimalismo digitale può siicuramente aiutarci in questo.

Sì ma nel pratico?

Preso coscienza di questi concetti, possiamo dedicarci all’organizzazione materiale, dei contenuti multimediali al pari un armadio o un cassetto.

  • Applicazioni: via dallo smartphone applicazioni improbabili e inutilizzate, aperte una volta o di dubbia utilità.
  • Programmi: programmi vecchi, browser non più aggiornati, giochi, cose inutilizzate
  • Cartelle: via tutte le cartelle dal desktop e organizziamo il finder predefinito, immagini e documenti stop. E sopratutto svuotate quella maledetta cartella dei download.
  • Preferiti: Sinceramente hai bisogno nella barra dei preferiti di inserire Facebook, Youtube e affini? Intanto nascondila e se proprio vuoi tenerla utilizza delle cartelle ben specifiche come ad esempio articoli, strumenti, o divise per cliente/progetto.
  • Account: Eliminate tutti gli account inutilizzati, o dimenticati, potete aiutarvi col sincronizzatore di password di Google per ricordavi quali account remoti sono rimasti lì da poter cancellare.
  • Posta: questo è molto lungo da fare e può essere fatto di getto o un po’ per volta, disiscrivendovi da tutte le mail e le newsletter inutili, questo vi aiuterà anche con le notifiche e gli account.

La via del minimalismo digitale dovrebbe passare anche per la via degli oggetti fisici, come cuffie, cuffiette, mouse, tastiera, pennette, HD, cercate di non avere doppioni.

Svuotate quel cassetto dei cavi e dei caricabatterie che tanto ormai sono dei fossili e non servono più a nessuno e non li usate da anni.

Puntate su oggetti di qualità che trovate comodi, non serve avere doppioni per ogni cosa.

Se l’argomento vi appassiona vi consiglio anche il libro di Cal Newport – Minimalismo digitale (no affiliate link)

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